Token economy – quali saranno gli ambiti di applicazione della tokenizzazzione degli asset?

25/01/2023
APPROFONDIMENTI

La token economy è una realtà che ha la possibilità di rivoluzionare diversi settori economici sfruttando potenzialità ancora inesplorate e non quantificate. Il concetto si basa sul fatto che è possibile costruire un ecosistema sostenibile attraverso i progetti sui token in ogni ambito dell’economia.

Un token è un asset digitale registrato all’interno di un’infrastruttura blockchain. Quest’ultima fa sì che gli scambi di token avvengano in maniera sicura e senza intermediari, aprendo le porte a un gran numero di applicazioni che non si limita soltanto al mondo delle cripto valute. Infatti, nonostante il termine “token” venga comunemente usato in riferimento a questo tipo di applicazione, i due termini non sono interscambiabili. Le criptovalute sono parte integrante di una blockchain dalla quale possono essere estratte, mentre i token vengono generati su delle blockchain già esistenti grazie ai cosiddetti “smart contract”, dei software presenti all’interno delle blockchain stesse.

I principali tipi di token che vengono emessi ed scambiati al momento sono raggruppabili in 3 categorie:

I Security Token (o token d’investimento), cui si riferisce individuando un nuovo prodotto ottenuto grazie all’apporto della tecnologia che condivide alcune caratteristiche con le tradizionali security e che potrebbe non essere collegato a un asset reale.

Gli  Asset Token, rappresentativi di diritti su asset anche non finanziari, scambiati tra parti diverse e adottati nel contesto tecnologico reso possibile dalla blockchain per creare un nuovo canale di scambio. Nel caso di titoli finanziari, gli assett token consentono di ampliare il loro mercato e aumentarne la liquidità. Se riferiti a valori non finanziari (si pensi al caso in cui rappresentano un’identità digitale o un diritto di voto nell’ambito di un modello di governance decentralizzata), il nuovo canale consente loro una gestione più sicura rispetto a sistemi centralizzati.

Infine, gli Utility Token, ovvero titoli rappresentativi di futuri impieghi del prodotto o servizio provveduto dall’azienda che li “emette”. Gli Utility Token non sono pensati per essere investimenti, anche se a volte vengono adottati come strumenti per facilitare progetti che prevedono la creazione di un’infrastruttura condivisa, operata nel rispetto di un protocollo di blockchain.

Un’ulteriore differenza sostanziale è quella tra Fungible Token e Non-Fungible Token.

I token non fungibili (NFT) sono fondamentalmente unità di dati archiviati su blockchain che certificano l’unicità degli asset digitali. Il concetto di NFT si basa sulla tecnologia blockchain, in particolare sulla blockchain di Ethereum. I token fungibili, d’altra parte, sono beni non divisibili che non sono unici e possono essere facilmente scambiati con un altro bene dello stesso tipo. Gli NFT non sono divisibili mentre i token fungibili sono divisibili.

Relativamente agli ambiti di applicazione, la tokenizzazione può essere utilizzata come strumento di finanziamento nelle diverse fasi dello sviluppo d’Impresa (dal Seed al Serie C/Tech growth), così come può essere utilizzata in alternativa o in affiancamento ad altri strumenti quali VC, Mercato Azionario, Business Angel, Fondi e Banche.

Nel real estate, ad esempio, i token possono essere usati per raccogliere capitale finalizzato alla fase di realizzo dell’immobile, permettendo a investitori privati e a player istituzionali, di partecipare ad una operazione immobiliare sia sul fronte lending, che sul fronte equity. Un’ evoluzione della dinamica già sperimentata con il crowdfunding immobiliare, a cui si unisce il principio di liquidità del titolo: il token, appunto. La tokenizzazione rende possibile, infatti,  possedere ‘frammenti’ di un immobile, con la libertà di poterli scambiare velocemente, senza alti costi di transazione, una cosa impensabile fino a pochi anni fa.

La possibilità di tokenizzare differenti tipi di asset, prodotti o servizi, e quindi di generare un token nel mondo virtuale e collegarlo a un bene reale mediante uno smart contract, potrebbe avere un significativo impatto in termini di aumento della velocità e della sicurezza ma anche sull’abbassamento del costo delle transazioni.

Tra i benefici della tokenizzazione degli asset spicca l’efficienza derivante dall’automazione e dalla disintermediazione. Inoltre, la maggiore rapidità dei processi di compensazione e liquidazione favorisce la trasparenza e, soprattutto, l’aumento della liquidità. La tokenizzazione degli asset potrebbe rappresentare un modo alternativo per ottenere la proprietà frazionata di un bene, poiché riduce le barriere all’investimento e consente un accesso più inclusivo degli investitori retail ad alcune asset class tradizionalmente illiquide.

Ovviamente, la tokenizzazione degli asset non è priva di rischi. Le reti decentralizzate (DLT) sui mercati dei token devono affrontare diverse sfide a causa del loro carattere innovativo. La vulnerabilità operativa, l’incertezza circa la finalità della liquidazione, l’interoperabilità tra reti diverse che permetterà la connettività di infrastrutture differenti; l’interoperabilità dell’infrastruttura basata sulla DLT con quella tradizionale; la stabilità della rete, la solidità dell’infrastruttura del mercato e le minacce di attacchi informatici.

Dal punto di vista della regolamentazione, per il momento non esiste alcuna forma di legislazione comune a livello Europeo o mondiale. Ogni Paese affronta la tokenizzazione in modo diverso a seconda della fase di sviluppo raggiunta dal mercato degli asset tokenizzati e del ritmo a cui si evolve.

È chiaro, però, che si tratta di un mercato in espansione. La finanza decentralizzata e i mercati dei token e dei criptoasset sono in costante evoluzione. L’applicazione industriale dei prodotti finanziari emergenti basati sulla decentralizzazione ha aiutato a individuare le mancanze, i rischi e le aree di potenziale innovazione. Sarebbe importante, a questo punto, lavorare per assicurare agli investitori in prodotti finanziari alternativi un livello di protezione simile a quella fornita agli operatori attivi sui mercati finanziari tradizionali. 



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