Come stanno le PMI e startup in Italia? Uno sguardo all’indice sui fallimenti

29/11/2023
APPROFONDIMENTI

Il tessuto imprenditoriale italiano è al centro di una dettagliata analisi grazie all'ultimo rapporto sulle liquidazioni giudiziali realizzato da CRIBIS. Questo documento fornisce uno sguardo approfondito sullo stato attuale delle imprese, con un focus particolare sulle PMI e le startup. In un periodo di cambiamenti economici e sfide globali, comprendere la situazione delle aziende diventa cruciale per valutare la resilienza del sistema imprenditoriale italiano.

L'indice sui fallimenti: uno sguardo al bollettino attuale

Il rapporto di CRIBIS presenta un quadro dettagliato attraverso l'Indice sui Fallimenti, che rappresenta un indicatore chiave della salute finanziaria delle imprese italiane. Questo indice fornisce un'istantanea dei livelli di rischio di insolvenza e offre insight cruciali su come le aziende stanno navigando attraverso le sfide economiche.

Nel periodo che va da gennaio a settembre 2023, il numero totale di liquidazioni giudiziali in Italia è stato di 5.468. Questo dato mostra una lieve crescita del 1,48% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tuttavia, risulta significativamente inferiore del 32,9% se confrontato con il medesimo periodo nel 2019.

Le regioni che hanno registrato il maggior numero di liquidazioni giudiziali sono state la Lombardia (316), il Lazio (154) e il Veneto (157). Al contrario, le regioni meno colpite da questo fenomeno sono risultate essere il Trentino-Alto Adige (13), la Basilicata (8), il Molise (7) e la Valle D'Aosta (1).

Analizzando i settori, emerge che il commercio è particolarmente colpito, registrando 1.738 liquidazioni giudiziali entro il 30 settembre 2023. Seguono i servizi (1.374), l'industria (941) e l'edilizia (923). Questi dati indicano sfide significative in settori chiave dell'economia italiana, sottolineando l'impatto negativo del contesto economico attuale sulle imprese operanti in questi settori.

I ritardi nei pagamenti rallentano la crescita

Sempre secondo quanto riportato da CRIBIS, in particolare nello Studio Pagamenti riferito ai primi nove mesi dell'anno, è emerso che fino a fine settembre 2023 i pagamenti con un ritardo superiore ai 30 giorni, indicativi di ritardi gravi, hanno raggiunto il 9,4%. Questo dato conferma un costante e graduale deterioramento della puntualità nei pagamenti, attribuibile al contesto macroeconomico e all'aumento dell'inflazione, oltre alla riduzione dei finanziamenti alle imprese.

L'analisi rivela che i tempi medi di pagamento si attestano a 71 giorni. Le micro, piccole e medie imprese mostrano una media inferiore rispetto all'insieme del campione esaminato. In particolare, merita attenzione il dato relativo alle microimprese che evidenzia una performance positiva, con il 42,8% dei pagamenti effettuati puntualmente e un tempo medio di pagamento di 66 giorni. Tuttavia, queste imprese registrano anche il più alto livello di ritardi gravi, pari al 10,3%. Questi dati riflettono la complessità del panorama economico che le imprese, soprattutto le più piccole, stanno attualmente affrontando, evidenziando la necessità di una gestione finanziaria oculata e di strategie resilienti di fronte a un contesto sfidante.

Il Nord Est del paese si conferma come l'area geografica più affidabile, mantenendo una percentuale del 47,9% di pagamenti regolari, invariata rispetto al terzo trimestre del 2022 (47,8%). Nel Nord Ovest, il report evidenzia un miglioramento della puntualità dei pagamenti per la Valle d’Aosta, passata dal 35,8% nel terzo trimestre del 2022 al 40,2% nel terzo trimestre del 2023. Nel complesso, le imprese dell’area Sud e Isole continuano a evidenziare le maggiori criticità, con un aumento dei ritardi gravi del +14,8% rispetto al 14,6% registrato nello stesso trimestre del 2022. C'è stato un leggero miglioramento nei pagamenti puntuali, attestandosi al 28,6% rispetto al 28,1% dell'anno precedente.

Analizzando le regioni, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto emergono come le regioni con la maggiore percentuale di pagamenti regolari, tutte al di sopra del 47%. Al contrario, Sicilia e Calabria occupano le ultime posizioni nella classifica regionale del pagamento puntuale, con una percentuale rispettivamente del 23,7% e del 25%. Per quanto riguarda i tempi medi di pagamento, il Trentino-Alto Adige registra la media più bassa, pari a 64 giorni, mentre Lazio e Calabria sono le regioni con i valori più alti, rispettivamente 82 e 81 giorni medi. Questi dati mettono in luce le differenze regionali nell'affidabilità dei pagamenti e offrono spunti per comprendere meglio le dinamiche economiche nelle varie parti del paese.



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