Equity crowdfunding: grandi investitori e piccoli azionisti assieme per far crescere le start up

10/11/2021
FINANZA E INVESTIMENTI

E’ possibile la convivenza tra grandi investitori e piccoli azionisti in progetti innovativi di sviluppo come quelli portati avanti da molte start up? Uno degli strumenti che potrebbe facilitare questo processo è l’equity crowdfunding.

Secondo la ricerca condotta dall’Osservatorio Crowdinvesting della School of management del Politecnico di Milano delle quasi 500 società che al 31 dicembre 2020 avevano raccolto denaro attraverso campagne di equity crowdfunding, solo 88 hanno raccolto fondi anche da investitori istituzionali (venture capital, Sgr, Sim…). Di queste, in realtà, soltanto 31 hanno visto investitori professionali co-investire insieme ai privati durante la campagna e 17 hanno aperto la porta a investitori finanziari professionali o a soggetti corporate a seguito di aumenti di capitale riservati dopo la fine delle campagne di crowdfunding.

Il principale motivo per cui i grandi investitori spesso non si interessano a società che hanno chiuso una campagna di equity crowdfunding è il timore che avere molti investitori frazionati possa creare criticità nella gestione aziendale. Oggi, per fortuna, esistono strumenti a disposizione delle startup che lanciano raccolte di crowdfunding volti ad agevolare una gestione della governace semplice e lineare. Il fine di questi strumenti è attrarre anche quella parte di investitori istituzionali, private investors e wealthy individuals che non vedono in modo favorevole l’estensione del diritto di voto anche ai micro investitori.

Che cosa sono e come funzionano i veicoli societari

Uno degli stratagemmi per favorire l’incotro tra grandi investitori e piccoli azionisti nelle operazioni di equity crowdfunding, è quello di ragruppare i micro investors all’interno di società ad-hoc il cui fine ultimo è investire nel progetto in questione. All’interno del veicolo societario ci può essere una distinzione di classi di quote, ma spesso si tratta di investimenti puramente finanziari senza possibilità di governance.

A dispetto di quanto si possa pensare, questa soluzione è molto apprezzata anche dai micro-investitori, a cui rimane sempre il diritto patrimoniale. I piccoli investitori inoltre continuano a beneficiare degli incentivi fiscali perché investire nel veicolo equivale a farlo nella società e gli sgravi sono gli stessi.

I piccoli investitori, inoltre, hanno ormai spesso raggiunto la consapevolezza che rinunciare al proprio diritto di voto rende la società più appetibile agli investitori istituzionali, i quali - investendo grandi capitali – garantiscono una maggiore prospettiva di crescita e di ritorno sugli investimenti, che si traduce in possibilità di exit più interessanti.

Tipologie di veicoli societari

Possono esistere diverse tipologie di società veicolo che, seppur accomunate negli scopi, operano con modalità differenti. Generalmente si possono distinguere in due macro categorie:

  • Società di investimento semplice (SIS). Si tratta di particolari forme societarie le cui caratteristiche vengono definite da un’apposita regolamentazione della Banca d’Italia. Esse rappresentano un veicolo societario, costituito in forma di società di investimento a capitale fisso (SICAF) che consente la raccolta capitali presso investitori finalizzati ad effettuare investimenti in start up o pmi. I criteri per la costituzione di una SIS sono individuati dalla Banca d’Italia che ne autorizza la costituzione solo dopo aver ricevuto specifico parere da parte della Consob. 
  • Special Purpose Acquisition Company (SPAC). Si tratta sempre di società veicolo che hanno come obiettivo la raccolta di capitali per l’investimento in una o più società operative esistenti, ma in questo caso le società target possano essere individuate successivamente al collocamento delle partecipazioni azionarie. In questo caso, quindi, gli investitori affidano il proprio capitale al veicolo societario puntando sull’unico asset consistente nella liquidità raccolta tramite offerta pubblica iniziale.

In entrambi i casi, i veicoli societari sono strumeti particolarmente adatti a supportare il processo di sviluppo di giovani startup e fprnedo un’ ulteriore garanzia nei confronti degli investitori, allorché la società target della campagna di crowdfunding non dovesse raggiungere i risultati di business attesi.

Il successo di questi strumenti domostra come l’equity crowdfunding non è assolutamente incompatibile con gli investimenti istituzionali. Al contrario, grandi investitori e piccoli azionisti possono partecipare insieme o in fasi successive di raccolta con grande soddisfazione di tutte le parti coinvolte.

 

La coesistenza di grandi e piccoli investitori all’interno delle stesse campagne di raccolta dimostra non solo come l’equity crowdfunding  sia ormai un metodo di raccolta di capitale di grande successo ma anche come sia diventato a pieno titolo una "vetrina" per farsi conoscere dagli investitori professionali.



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