Con equity-based crowdfunding si intende il finanziamento da parte di soggetti che investono il loro denaro nel capitale proprio di una società, attraverso l’acquisto di parte delle sue azioni o delle sue quote. Il meccanismo su cui si basa l’equity crowdfunding è estremamente più semplice rispetto ai mercati regolamentati e non regolamentati delle borse valori e la procedura tende ad avere dei costi molto più contenuti. In genere, i gestori delle piattaforme digitali che ospitano progetti di crowdfunding chiedono una percentuale sul capitale raccolto. E’ interessante notare, inoltre, come il modello equity-based possa anche essere usato per fornire credenziali per ottenere prestiti bancari o finanziamenti pubblici. Il crowdfunding, in questo caso, puo’ essere un primo passo verso l’ottenimento di finanziamenti da parte di enti quali società di venture capital, o per aprire la strada ai mercati finanziari tradizionali tramite una IPO (“Initial Public Offering”), ossia un’offerta pubblica iniziale.
Lo stato di salute dell’equity crowdfunding in Italia
L’equity crowdfunding in Italia continua la sua ascesa, nonostante la crisi dovuta alla pandemia di Covid-19. Starteed, società di consulenza specializzata in campagne e piattaforme di crowdfunding, ha fotografato lo stato del settore in un rapporto pubblicato recentemente sul Crowdfunding in Italia.
L’indagine rivela che nel 2020, nonostante la crisi, il crowdfunding si è dimostrato uno strumento resiliente e pronto a colmare i gap ancora esistenti tra economia reale e canali di finanziamento tradizionali. In base ai dati raccolti, nel 2020 le campagne di crowdfunding in Italia (Donation & Reward, Equity e Lending) hanno raccolto €333.077.587. In particolare, l’equity crowdfunding - con una raccolta totale annua che si attesta sui €122.468.132 - ha contribuito per il 37% allo stato di salute del settore. Rispetto al periodo precedente, il comparto equity italiano ha registrato una crescita del 95% nel 2020, totalizzando in appena un anno quasi la metà della somma raccolta dal 2014 ad oggi.
Ultime tendenze
Il settore evidenzia l’emergere di alcune tendenze degne di nota. In particolare:
- è diminuito il numero medio di partecipanti alle campagne, passato da 137 a 119, ma è aumentata la somma investita (l’investimento medio è passato da 3300 a 4700 euro);
- è aumentata la dimensione media delle campagne, passata da 435 a 560 mila euro, ed è cresciuto il peso delle campagne sopra i 500mila euro, che hanno raccolto più di 42 milioni contro i 321.500 del 2019;
- sono cresciuti i veicoli di investimenti, dato dovuto probabilmente al fatto che le persone sono meno propense al rischio e più interessate alle possibilità di diversificazione;
- è cresciuto soprattutto il crowdfunding immobiliare. Come riporta il 5° report sul crowdinvesting del Politecnico di Milano, nei primi sei mesi del 2020 il settore ha raggiunto un valore di circa 908 milioni di euro, di cui 159 milioni investiti attraverso i portali equity e 749 milioni attraverso i portali lending.
Quello italiano è un mercato in espansione; essendo passato dai 5 milioni del 2016 agli oltre 60 milioni nel 2019, il crowdfunding in Italia si posiziona ai livelli di Francia e Germania ma e’ ancora lontano da quelli del Regno Unito (oltre 400 milioni di euro). Si tratta anche di un settore relativamente concentrato che si caratterizza per un’intensificazione delle partership tra operatori privati e piattaforme.
A chi si rivolge l’equity crowdfunding in Italia
L’equity crowdfunding propone un canale distributivo digitale che consente di investire in modo semplice, meno onoroso e accessibile ad un pubblico ampio. Tra questi c’è il target dei soggetti affluent, molto ampio numericamente e poco servito dal private banking a causa degli alti costi marginali di gestione.
Il crowdfunding e’ molto amato anche dai millennials, che per natura sono abituati a muoversi con disinvoltura sulle piattaforme online.
A chi investe in start-up e PMI innovative tramite questo tipo di piattaforme, poi, sono riservati anche dei vantaggi fiscali (fino al 50% in termini di detrazione d’imposta). Ovviamente, il tutto dentro un sistema regolato secondo la normativa Mifid (la piattaforma ha la responsabilita’ di verificare l’appropriatezza del cliente all’investimento) seppure con una procedura molto semplificata.
La nuova generazione di equity crowdfunding
Per poter diventare a tutti gli effetti delle controparti affidabili e durature rispetto al private equity, le piattaforme di crowdinvesting italiane devono investire per sviluppare alcune funzionalità.
Innanzitutto e’ necessario che ciascuna piattaforma istituisca un team di professionisti a presidio del processo di selezione dell’investimento, con il compito di fornire un supporto specialistico ai clienti, assicurare un regolare monitoraggio dell’investimento e produrre una reportistica chiara e trasparente.
E’ importante, inoltre, che le piattaforme siano in grado di stabilire forti connessioni con le aziende finanziate in modo da garantire all’investitore la coerenza delle iniziative con i piani presentati.
Infine, il successo dell’equity crowdfunding non puo’ che basarsi su un framework normativo armonizzato a protezione degli investitori, come garantito dall’implementazione del regolamento varato dalla UE che introduce standard di trasparenza piu’ alti a tutela dell’investitore.