Compound Annual Growth Rate (CAGR): cos’ è e a che cosa serve

08/12/2021
APPROFONDIMENTI

Il CAGR, Compound Annual Growth Rate, è il tasso medio annuo di crescita di un investimento su un orizzonte temporale superiore all’anno. In formula, questo tasso si trova facendo il rapporto tra il valore di un investimento alla fine del periodo e quello iniziale, il tutto elevato per uno, fratto il numero di anni intercorsi tra l’inizio e la fine dell’investimento. Il risultato trovato va infine sottratto a uno. La formula si scrive così, con ‘Vfinal’ a rappresentare il valore finale, ‘Vbegin’ quello iniziale e ‘t’ il periodo di riferimento (ad es. il numero di anni).

Il CAGR un indicatore molto flessibile utilizzato in diversi ambiti. Dal mondo della finanza al mondo aziendale. Diventa molto utile quando si vuole calcolare per un determinato arco temporale ad esempio:

  • Il rendimento medio di un investimento
  • L’andamento del flusso dei ricavi azienda;
  • La crescita delle vendite in volume di un certo prodotto;
  • La crescita del valore del proprio patrimonio personale;
  • Etc. (le applicazioni sono molteplici).

Non bisogna confondere il CAGR con il tasso annuo di rendimento di un investimento, perché esso è piuttosto un valore immaginario, che spiega come l’investimento sarebbe cresciuto mediamente lungo il numero di anni della sua durata, qualora la sua crescita si fosse mantenuta costante durante tale periodo (il che non accade praticamente quasi mai visto che la crescita è soggetto a variazioni periodiche).

Come utilizzare il CAGR per valutare un investimento

Come metro di valutazione di un investimento, il CAGR ci permette di capire quale sia il tasso di crescita medio in un preciso lasso di tempo, a prescindere da quelle che possono essere le variazioni annue anche potenzialmente molto accentuate e che possono incidere in un senso o nell’altro nel singolo periodo.

In sostanza, il CAGR ci consente di farci un’idea complessiva dell’andamento di un investimento in un dato periodo, mentre nulla ci dice su come siamo arrivati al risultato finale. E’ quindi molto importante scegliere quando utilizzare questo indicatore, avendo sempre ben presente che si tratta di una media.

A questo proposito vanno fatte dunque alcune considerazioni. Il CAGR innanzitutto non è un numero ‘vero’, nel senso che è una media estrapolata, quindi se siamo di fronte ad una qualsiasi crescita media del 5% nella’rco di due anni, utilizzando questo indicatore non sapremo se il secondo anno la crescita sia stata del 3% o del 7% (o potremmo adirittura aver avuto na decresita in uno dei due anni). Il CAGR non ci fornisce nessun dettaglio a questo proposito.

Un’altra considerazione relativa all’impiego di questo indicatore ci dice che, se si prendono in considerazione un anno particolarmente ‘fiacco’ e uno brillante, il CAGR mostrerà tassi di crescita assai elevati, che però probabilmente risulteranno meno credibili ad un’analisi più approfondita.

Un ultima considerazione riguarda il fatto che se il rendimento di un investimento si è attestato su un certo valore nel passato, questo non rappresenta nessuna garanzia che in futuro sia possibile ottenere lo stesso tasso di crescita. Il vantaggio indubbio del CAGR è ovviamente il fatto che dato il valore iniziale e quello finale, oltre ai periodi intercorsi, si ottiene facilmente il rendimento medio annuo e quindi comunque un’indicazione utile. 

CAGR come indice di valutazione di una start up

Il CAGR può essere molto utile alle startup, proprio per la sua natura di indicatore di sintesi. Come si è detto infatti può essere facilmente utilizzato per ottenere una media dei tassi di crescita, anche molto diversi, che un’impresa ha vissuto negli anni.

Le start up in modo particolare, data la grande volatilità nei tassi di crescita, possono beneficiare di un valore unico che rappresenti l’andamento nel tempo in modo semplice e sintetico.

Fenomeni tipici delle start up sono infatti impennate o bruschi arresti nel fatturato, aumenti di capitale e generale instabilità dei financials. Il CAGR permette di poter vedere le cose nel loro insieme, fissando un punto di partenza e uno di arrivo, e stabilendo quale è il tasso di crescita medio, per non farsi confondere da cifre o troppo illusorie o falsamente deludenti.



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