Web 3.0 e blockchain. Di che cosa si tratta?

23/02/2022
APPROFONDIMENTI

Il web può essere visto come un progetto in continua evoluzione, proprio come un software. In questa prospettiva la prossima ‘release’ è una versione in cui gli utenti riprendono il controllo della rete sottraendolo alle società che attualmente la dominano.

La volontà di interrompere il legame con le società che traggono profitto dai dati generati dagli utenti è quindi il motivo principale per riprogettare alcuni aspetti del web e dare vita al cosiddetto Web 3.0. Con questo temine si intende la terza generazione della tecnologia Internet che mira alla creazione di siti web e applicazioni di rete più intelligenti e connesse, oltre che più inclusive, dove le Big Tech hanno meno potere e chi naviga può sentirsi più sicuro.

Il Web 3.0 ha acquistato popolarità soprattutto tra coloro che sono interessati alle criptovalute in quanto è in grado di creare un nuovo modo di navigare in rete, più aperto e democratico, libero da censure e costruito su blockchain e protocolli decentralizzati.

Che cosa viene prima. Brevissima storia del web

La prima versione di Internet, nota come Web 1.0, è arrivata alla metà degli anni ’90 e consisteva, essenzialmente, in una raccolta di collegamenti e home page. I siti web non erano particolarmente interattivi e a parte leggere e pubblicare contenuti di base non era possibile fare molto altro.

L’introduzione della versione Web 2.0 ha consentito alle persone non solo di avere accesso a una miriade di contenuti, ma anche di crearne di propri e pubblicarli prima sui blog, e successivamente sulle piattaforme social. Tutti elementi che hanno portato la condivisione di contenuti a livelli sconosciuti fino ad allora.

Nel 2004, è avvenuta l’ultima rivoluzione con l’invenzione dei social network che hanno trasformato Internet da un luogo oscuro e anonimo a come lo conosciamo noi oggi. I social network hanno stimolato l’interazione tra gli utenti e consentito la generazione di contenuti collegando le persone ovunque nel mondo.

Dal punto di vista delle aziende, il Web 2.0 ha introdotto anche i servizi Cloud, riducendo notevolmente i costi per l’avvio di nuove attività online. Le aziende sono passate, quindi, dall'acquisto e la manutenzione della propria infrastruttura all'affitto di storage, potenza di calcolo e altre risorse determinanti per la loro crescita. A loro volta, i minori costi di avvio di un'impresa hanno scatenato l'innovazione come mai prima di allora.

L’ultima generazione del web viaggia su blockchain

La maggiore innovazione che dovrebbe essere introdotta con l’avvento del Web 3.0 riguarda il modo in cui i siti vengono creati e in cui le persone interagiscono con essi. Questa terza versione di Internet dovrebbe garantire un’esperienza interattiva e più coinvolgente, grazie a design tridimensionali, applicazioni di intelligenze artificiali, integrazione con il metaverso e multi-connettività.

Ma quello che interessa di più è sopratutto il fatto che il Web 3.0 non dispone di database centralizzati e nemmeno di un server appositamente concepito per il codice backend. Questo è possibile grazie all’utilizzo di una blockchain che permette ai programmatori di utilizzare nodi internet anonimi per costruire programmi su una macchina decentralizzata. Si tratta di un modo completamente nuovo di aggregare i dati che consente di superare il modello degli archivi in ‘repository’ di proprietà come avviene attualmente.

Il Web 3.0, inoltre, non richiede nessuna autorizzazione specifica, il che significa che le autorità centrali non possono discriminare chi può accedere ai loro servizi.

L’utilizzo della blockchain consente anche una navigazione più sicura. Poiché la blockchain si fonda su tecnologie peer-to-peer (P2P), nessuna Big Tech sarà in grado di controllare (e quindi sfruttare) i dati degli utenti. In poche parole, Google, Apple o Facebook non potranno più accedere a queste informazioni (né ovviamente venderle).

A proposito di blockchain, e della trasparenza e privacy di cui beneficiano le transazioni che utilizzano questa tecnologia, vi ricordiamo che 2meet2biz.com è stata la prima tra le piattaforme di crowdfunding autorizzate da Consob a utilizzare la blockchain per tutti i processi documentali interni. Qui vi spieghiamo con quali vantaggi.

Incertezza e qualche critica

Il Web 3.0 sembra la soluzione perfetta per migliorare alcune storture del sistema come si presenta oggi, ma allora perché questa nuova tecnologia non convince e mette tutti d’accordo? I suoi principali detrattori sostengono che non sarebbe all’altezza dei suoi ideali.

Con la decentralizzazione sorge anche il problema della mancanza di controllo, e questo mette in crisi e viene visto con sospetto dalle principali istituzioni finanziare e di controllo. Con il Web 3.0 nessuna entità è in grado di controllare le applicazioni decentralizzate (dapp) che si agganciano alla rete, rendendo possibile a chiunque di creare e connettersi con diverse dapp senza il permesso di un'autorità centrale.

Invece di dover fare affidamento sulle tradizionali reti finanziarie legate ai governi e limitate dai confini, le transazioni in denaro sul Web 3.0 sono istantanee, globali e non richiedono autorizzazione. Significa anche che i token e le criptovalute possono essere utilizzati per progettare modelli di business ed economie completamente nuovi, un campo che sta diventando sempre più noto come ‘tokenomica’.

In sostanza, l'esecuzione di transazioni finanziarie reali sulla blockchain avviene senza l'assistenza delle banche o di altri organi di governo e questo minaccia lo status quo del mondo finanziario fino a poter provocare un vero e proprio terremoto. Staremo a vedere.



  • cryptovalute
  • innovation
  • tech
  • blockchain
  • cryptocurrency
  • innovazione
  • approfondimenti