L’industria dei minibond - i titoli di debito (obbligazioni e cambiali finanziarie) fino a un importo massimo di 50 milioni di euro emessi da società italiane non finanziarie, sia quotate in Borsa che non - nel 2021 è tornata ai livelli pre-Covid grazie a una raccolta di 1 miliardo e 67 milioni di euro da 219 emissioni. Il dato, presentato dall’Osservatorio - School of Management del Polimi, fa registrare una netta ripresa rispetto ai poco più di 900 milioni da 191 emissioni del 2020.
Dal 2012, cioè dall’inizio del mercato e sino a fine 2021, le imprese italiane che hanno emesso minibond sono state 832, per un totale di 8,07 miliardi di euro e 1220 emissioni. Di questo totale, circa 1,067 miliardi sono stati raccolti nel 2021 (su 219 emissioni) e 903 milioni nel 2020 (191 emissioni), dopo 1,173 miliardi nel 2019, 977 milioni del 2018 e 1,175 miliardi del 2017. Le piccole e medie imprese italiane trainano la crescita di questo settore. Considerando soltanto le PMI, infatti, il totale delle emissioni dal 2012 si attesta sui 2,85 miliardi, di cui 376 milioni nel 2021 e 438 milioni nel 2020.
Secondo lo studio, un'ulteriore spinta è arrivata dalla misura del Fondo Patrimonio Pmi di Invitalia, che fra il 2020 e il 2021 ha coinvolto 154 imprese, per 264,5 milioni di euro. Queste emissioni non sono state considerate nei numeri del report a causa della loro standardizzazione. Si tratta, comunque, a tutti gli effetti titoli di debito che hanno consentito di raccogliere risorse e acquisire nuove competenze sul mercato mobiliare per le PMI.
Guardando alla scadenza dei minibond fino a 50 milioni di euro, è possibile notare come la distribuzione continui a essere molto variegata, con una serie di titoli short term con maturity a pochi mesi ed emissioni a più lunga scadenza. Il valore medio del 2021 è 5,63 anni (in diminuzione rispetto al 2020). La maggioranza dei titoli prevede il rimborso del titolo a rate successive (amortizing). Nelle emissioni a breve scadenza è relativamente più frequente la modalità "bullet", con un rimborso integrale alla scadenza. E a proposito di scadenze, l’Osservatorio del Politecnico calcola che quest’anno sia in scadenza minibond sotto i 50 milioni per 404 milioni.
Per quanto riguarda la cedola, nella maggioranza dei casi è fissa ma in 39 emissioni del 2021 è indicizzata. Cresce leggermente la remunerazione (la media è 3,65% rispetto a 3,61% dell’anno prima) anche grazie a numerose emissioni che prevedono garanzie pubbliche rilasciate dal Fondo di Garanzia nazionale, da SACE, dalle finanziarie regionali o privatamente dalle emittenti stesse. Si registra, inoltre, come i titoli senza garanzie sono ormai una minoranza del mercato.
Il ricorso al rating emesso da agenzie autorizzate è rimasto minoritario nel 2021 ma in crescita (il 34% delle emissioni l’ha ottenuto, in gran parte undisclosed). La presenza di opzioni call e put rispetto al rimborso del capitale è frequente nei minibond; nel 2021 sono aumentati quelli che presentano l’opzione call di rimborso anticipato a discrezione dell’emittente.
Infine, da segnalare la crescita del numero di minibond “green”, emessi per finanziare progetti con impatto positivo sull’ambiente. Praticamente inesistenti fino al 2018, nel 2021 ne sono stati collocati ben 14, per un controvalore di 77,85 milioni di euro.