Economia Circolare – cos’è e quali sono i vantaggi

24/05/2022
APPROFONDIMENTI

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. La circolarità indica normalmente il ritorno a un punto di partenza: questa figura applicata all’ambito economico produttivo simboleggia l’idea di una economia in grado di rigenerarsi da sola, attraverso sistemi di riciclo di tutto ciò che viene utilizzato.

Il sistema alla basa dell’economia circolare si oppone a quello che fin dai tempi della Rivoluzione Industriale è stato dominante ovvero, un sistema lineare dove, al termine del ciclo produttivo, resta qualcosa che non può essere reimpiegato: il rifiuto. Come possiamo osservare nella nostra vita quotidiana, gli effetti di questo tipo di economia lineare si fanno sempre più pesanti, sia per l’uomo che per l’ambiente.

I principi fondamentali dell’economia circolare

Per attuare una transizione dall’economia lineare tradizionale a una circolare è indispensabile rivalutare le varie fasi di produzione. Adottare un modello di economia circolare vuol dire rivedere i meccanismi di creazione del prodotto, dalla progettazione, alla produzione e al consumo, fino alla fine del ciclo di vita, in un’ottica di risparmio di risorse e possibilità di riutilizzo.

Secondo l’approccio alla base dell’economia circolare, quello che normalmente viene gettato come scarto di produzione o nello svolgimento delle attività industriali può invece essere reinserito nel ciclo produttivo e ritrovare nuova vita.

In un’economia circolare i comportamenti dei consumatori, la gestione dei rifiuti e il processo di innovazione e sviluppo tecnologico si muovono in un’unica direzione, volta alla creazione di nuove risorse, con riduzione ai minimi livelli dello spreco.

Per rendere concreto il proposito di dare attuazione ad un’economia circolare occorre rispettare alcuni principi cardine che possiamo qui riassumere:

Sostenibilità delle risorse: l’utilizzo di energia e materie rinnovabili, riciclabili o biodegradabili in più cicli di vita.

Prodotto come servizio: una nuova idea del concetto di proprietà in cui l’azienda produttrice resta proprietaria del bene e lo offre in uso al cliente come servizio, noleggio o affitto. Non si tenta più di vendere la proprietà di un oggetto.

Piattaforme di condivisione: favorire l’uso di piattaforme in cui utenti e proprietari dei beni possono cooperare, aiutando così i consumatori a risparmiare e a usare nel modo migliore le risorse.

Estensione del ciclo di vita: progettare e produrre con l’obiettivo di allungare il ciclo di vita, permettendo alle imprese di riparare e rigenerare i prodotti, in modo da evitare uno spreco di materiali o energia e quindi immettere gli stessi prodotti sul mercato per guadagnare.

Recupero e riciclo: creare cicli produttivi innovativi, in cui si evita di eliminare gli scarti, puntando invece a recuperarli e riciclarli per poterli utilizzare di nuovo.

È evidente come il processo sia di complessa attuazione se si considera che implica lo stravolgimento del ciclo di produzione per come è stato pensato negli ultimi 150 anni.

L’Italia è già posta ai primi posti tra le 5 grandi economie europee (insieme a Regno Unito, Germania, Francia e Spagna) nel raggiungimento di alcuni primi obiettivi posti a sostegno di un’economia più circolare. Il nostro Paese, infatti, vanta la quota maggiore (pari al 18,5 per cento) in ambito di recupero delle materie prime tra le cinque economie citate sopra. Un passo nella giusta direzione, ma ancora moltissimo resta da fare.

I vantaggi dell’economia circolare

Il raggiungimento di un modello economico basato sulla circolarità delle risorse è un obiettivo di politica economica dell’Unione Europea. Oltre agli indiscussi vantaggi dal punto di vista ambientale ed etico, l’economia circolare rappresenta anche un’opportunità di sviluppo in termini di competitività, innovazione, ambiente e occupazione.

Competitività: nuovi modelli di business che non siano troppo dipendenti dall’uso di materie prime permettono di creare una struttura di costi che non sia sottoposta al pericolo del cambiamento dei prezzi delle materie prime, a causa delle dinamiche di mercato o altro.

Innovazione: modificare i modelli di business sulla base dell’economia circolare porta un grande impulso all’innovazione. Riformulare i processi significa aprire opportunità inedite in tutti i campi di business.

Ambiente: fare attenzione all’ambiente e ridurre l’impatto ambientale significa far diminuire rifiuti e inquinamento, e in più contenere il riscaldamento globale rispettando così l’accordo di Parigi del 2016.

Occupazione: ridurre il bisogno e quindi la quantità delle materie prime acquistate e creare nuovi servizi a valore aggiunto significa anche che la struttura dei costi slitta dalle materie prime al lavoro. Cioè che vengono favoriti settori collegati all’attività umana (per riparazioni ecc…), rispetto a settori automatizzati.

Come supportare i modelli di economia circolare

Abbiamo visto come il modello economico attuale basato su estrazione, produzione, utilizzo e smaltimento generi un’enorme perdita di valore e non sia più sostenibile a livello economico e ambientale. Lo scenario previsto dall’UE per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 impone un cambio di strategia immediato in direzione di una reale transizione ecologica.

Fortunatamente, diversi aziende stanno accogliendo, applicando e promuovendo i principi dell’economia circolare. Ecircular, ad esempio, è una promettente realtà imprenditoriale tutta italiana che mette al centro del proprio modello di business la responsabilità di essere parte di un sistema e si pone come obiettivo quello di abbattere lo spreco alimentare e ridurre le emissioni di CO2. La campagna di raccolta di capitale per Ecircular sarà presto disponibile sulla nostra piattaforma. 



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