Minibond. Come va il debt crowdfunding in Italia?

20/07/2022
UPDATE DI SETTORE

Grazie al Decreto Sviluppo del 2012, i minibond sono diventati un nuovo strumento finanziario a disposizione delle PMI italiane, che ora hanno la possibilità di raccogliere capitale in debt crowdfunding con titoli di debito di importi inferiori a 50 milioni di euro.

Il principale vantaggio dei minibond, quindi, è di offrire un’alternativa alle piccole e medie aziende che possono così ridurre la loro dipendenza dal credito bancario e diversificare le proprie fonti di finanziamento.

Le PMI italiane sono da sempre attratte dalla finanza alternativa e i minibond sono stati accolti con favore. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Minibond del Politecnico di Milano, alla fine del 2021 erano 832 le imprese italiane che avevano collocato minibond per un totale di 1220 titoli emessi. Gli obiettivi di solito sono la promozione di piani di sviluppo, la ristrutturazione di passività finanziare o l’implementazione di operazioni di investimento straordinarie.

Cosa prevede la normativa italiana per il debt crowdfunding

Le modifiche al TUF (Testo Unico Finanziario) introdotte dalla Legge di Bilancio del 2019 hanno permesso alle piattaforme di crowdfunding di ampliare la propria operatività integrando i finanziamenti tramite strumenti di debito che fino ad allora erano esclusivo appannaggio di banche, SIM e imprese di investimento. Sono nate così le operazioni di debt crowdfunding, cioè di vendita di titoli di debito in crowdfunding per raccogliere capitali: una nuova opportunità e facilmente accessibile opportunità per le piccole e medie imprese.

La normativa italiana prevede che l’emissione di minibond si debba svolgere in una sezione dei portali diversa da quelle dedicate all’equity crowdfunding e alle altre modalità di raccolta. L’unico target ammesso dalla legge sono gli investitori professionali e particolari categorie di investitori eventualmente individuate dalla Consob.

Gli investitori che acquistano Minibond in debt crowdfunding hanno diritto al rimborso integrale entro una prefissata data di scadenza e a degli interessi prestabiliti versati tramite cedole periodiche. Per le società esiste la possibilità di sostenere solo il pagamento degli interessi durante tutto il periodo di durata del credito, per poi versare il rimborso dello stesso in un’unica soluzione al termine del periodo.

Questa flessibilità si aggiunge agli altri numerosi vantaggi dell’emissione di minibond, tra cui l’opportunità di entrare in contatto con tipologie di investitori che possono essere utili per gli sviluppi futuri dell’azienda e le numerose agevolazioni fiscali.

Le differenze tra bond e minibond

Le differenze tra minibond e bond, le tradizionali obbligazioni finanziarie, consistono innanzitutto nei soggetti a cui si rivolgono. I primi infatti sono accessibili anche alle società non quotate, mentre i secondi no. I requisiti di importo, durata e condizioni per l’emissione di minibond, inoltre, sono molto meno stringenti di quelli per l’emissione dei bond.

La disciplina dei minibond, poi, prevede un regime fiscale semplificato e agevolazioni anche per le società non quotate. Le imprese che emettono minibond, a differenza di quelle che emettono bond, sono esentate dalla ritenuta alla fonte e possono applicare l’imposta sostitutiva direttamente sugli interessi se gli investitori sono persone fisiche o enti non soggetti a IRES. Questi ultimi, quindi, ricevono cedole nette, già scontate dell’imposta sostitutiva.

Questo regime fiscale è applicabile anche alle società non quotate, come anticipato, ma affinché gli investitori possano accedere alle agevolazioni fiscali previste i titoli obbligazionari della società devono essere negoziati in un mercato regolamentato o in un sistema multilaterale di negoziazione all’interno dell’UE; se non lo sono, per rientrare nelle agevolazioni fiscali devono essere detenuti da investitori qualificati ex art 100 del TUF. Per agevolare il rispetto di questi requisiti, Borsa Italiana ha attivato Extra Mot Pro, una piattaforma dedicata alla quotazione e allo scambio di minibond che prevede regole semplificate per queste operazioni rispetto alla quotazione tradizionale.

Dal punto di vista dell’impresa emittente, i vantaggi fiscali offerti dalla disciplina dei Minbond comprendono anche la possibilità di dedurre gli interessi passivi: la differenza tra interessi attivi e interessi passivi è deducibile nella misura massima del 30% del reddito operativo lordo. La possibilità di deduzione, inoltre, riguarda anche tutte le spese sostenute per l’emissione dei Minibond.

Infine, se le emissioni sono garantite da terzi, le società emittenti possono beneficiare dell’imposta sostitutiva già applicabile ai tradizionali finanziamenti bancari a medio-lungo termine: un’imposta pari allo 0,25% dell’importo finanziato che sostituisce le imposte di registro, bollo, ipocatastali e la tassa sulle concessioni governative.

I numeri del mercato dei minibond in Italia

Come già accennato, dalla nascita del mercato nel novembre 2012 sino al 31 dicembre 2021, 832 imprese italiane hanno collocato minibond - di queste il 62,5% sono PMI. Nel 2021 gli emittenti sono stati 200, di cui ben 163 si sono affacciati sul mercato per la prima volta.

Il 2021 ha contribuito con 1,1 miliardi di euro e 219 emissioni. Di questi il 12% sono stati quotati sull’Extra Mot Pro.

Nel 2021 hanno acquisito ulteriore spazio i basket bond, ovvero progetti di sistema volti ad aggregare gli emittenti per area geografica o per filiera produttiva, anche attraverso operazioni di cartolarizzazione. Fino ad oggi sono state contate 11 iniziative che hanno coinvolto 150 imprese e hanno catalizzato oltre 1,2 miliardi di euro di risorse.

Osservando il periodo 2016-2021, è possibile calcolare che grazie all’emissione di minibond sono stati creati 8.000 nuovi posti di lavoro nelle PMI italiane, con un incremento del 19,3% rispetto all’organico al momento dell’emissione. 

Le prospettive future sembrano positive. Fattori quali l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime avranno sicuramente un impatto sul settore, che tuttavia ha dalla sua due importanti fattori trainanti: l’arrivo di nuovi programmi di basket bond e la crescente attenzione verso le tematiche ESG - stimolo per le PMI a raccogliere capitale attraverso minibond specificamente studiati per finanziare progetti orientati alla sostenibilità. Anche la raccolta di nuovi fondi di private debt sarà un catalizzatore per una ulteriore crescita del mercato.



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