Business lending: quando il digitale facilita il prestito alle imprese

27/07/2022
FINANZA E INVESTIMENTI

Il mercato Fintech in Italia vale oltre 4 miliardi in termini di erogato, con una crescita nel 2021 di 2,2 volte rispetto all'anno precedente. Questo settore dell’economia, dedicato alla ‘finanza alternativa’  è sempre più nel radar delle banche e degli istituti di credito tradizionali.

Secondo Italia Fintech lo spazio per crescere è ancora ampio, poiché le nostre imprese hanno chiesto nel 2021 circa 660 miliardi di euro alle banche. La finanza alternativa, quindi, rappresenta sempre una goccia nel mare del credito alle aziende, ma indica una crescita esponenziale rispetto al pregresso.

Quello che fa la differenza, però, e che sta dando una marcia in più al settore Fintech è che le banche si sono accorte che nelle startup del lending risiedono le tecnologie di cui hanno bisogno per offrire ai clienti la user experience snella e flessibile che questi chiedono sempre più.

Le difficoltà delle PMI e i problemi con le banche

Della generale stretta del credito che abbiamo visto recentemente su tutti i mercati hanno risentito soprattutto le PMI, penalizzate in maniera crescente da un sistema regolatorio che ha teso a proteggere il capitale delle banche ed evitare che si accumulino – come successo in passato – montagne di non performing loan, crediti che prima si incagliano e poi diventano inesigibili.

In questi casi, le aziende vengono discriminate in base alla dimensione: più sono piccole, più, a parità di ogni altra condizione, sono considerate rischiose. E più le banche sono costrette ad accantonare capitale, al punto che per prestiti sono una certa dimensione (che Kpmg stima essere 50mila euro per l'Italia) questi non solo non producono margini, ma rappresentano un costo.

Ulteriori fattori per cui le piccole e medie aziende fanno fatica ad ottenere credito dagli istituti tradizionali sono le garanzie richieste, gli alti tassi di interesse e i margini di trattativa inesistenti. La banca sa di avere il coltello dalla parte del manico e fa sentire al piccolo imprenditore tutto il proprio potere. Capita sempre più spesso, inoltre, che la banca preferisca guadagnare dalla vendita di prodotti finanziari piuttosto che dal prestito alle aziende.

L’importanza di guardare al Fintech come una opportunità

Il digital lending per PMI in Italia ha ampiamente superato i 3 miliardi di euro, più di Francia, Spagna e Germania. Il settore quindi dimostra un grande interesse, eppure si continua a parlare dei “rischi del Fintech”.

In realtà il fintech è un settore ad altissima crescita che crea posti di lavoro ad alto valore aggiunto, nuove opportunità di impiego e di crescita per chi proviene dalla finanza tradizionali, nuovi servizi, maggiore concorrenza e un generale aumento della produttività.

Se in Italia guardassimo al Fintech con queste lenti, invece che pensando solo a rischi, vincoli e controlli, ci accorgeremmo che a parte il segmento del digital lending in cui l’Italia corre veloce, siamo generalmente molto indietro.

Il ritardo digitale dell’Italia

In Italia, siamo in ritardo sul fronte della digitalizzazione, come ogni anno ci ricorda l’indice Desi – che ci colloca quartultimi davanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania. Siamo anche in enorme ritardo in quanto a investimenti in Fintech.  Nel primo semestre dell’anno l’Europa ha investito in fintech 10,4 miliardi (fonte: Dealroom/Sifted, che prevedono circa il doppio a fine 2021); di questa cifra l’Italia rappresenta meno dell’1%. Siamo indietro rispetto al Regno Unito, che tipicamente gioca ad un altro livello, ma soprattutto lo siamo rispetto a Francia, Germania, Svezia, Austria, Svizzera e spesso perfino Spagna e Olanda.

Come le aziende più strutturate, le PMI hanno esigenze articolate che richiedono un supporto di advisory specializzato. Allo stesso tempo, molte piccole e medie imprese abbracciano la digitalizzazione, specialmente quando questa è in grado di rendere l’accesso al credito più semplice, veloce e comodi da ottenere. Il digital lending, inteso come l'erogazione diretta di finanziamenti da parte di soggetti non bancari che forniscono prestiti a medio-lungo termine alle imprese, allo scopo di finanziare progetti di crescita, acquisizioni o sostenere rifinanziamenti potrebbe essere una delle chiavi per risolvere il dilemma.



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