Come finanziare la ricerca scientifica con il crowdfunding

03/08/2022
UPDATE DI SETTORE

In Italia, si sa, i fondi per la ricerca sono sempre più esigui. Gli istituti e le aziende che operano in questo ambito possono per fortuna trovare un alleato nella finanza alternativa, in particolare nel crowdfunding.  

La spesa pubblica destinata alla ricerca è ormai attestata da vari anni intorno allo 0,5 per cento del Pil, una percentuale che ci pone al di sotto della media Ue ( 2,2 per cento) e tradotta in euro significa circa 9 miliardi all’anno.

La flessione dei fondi pubblici per la scienza rappresenta tuttavia un trend generale e anche dove non ce l’aspetteremmo (gli Stati Uniti o il Regno Unito, per esempio) sta creando forti preoccupazioni. La conseguenza è la difficoltà materiale di poter dare peso e continuità ai progetti di studio. Brevetti, invenzioni, scoperte in ambito tecnologico e medico, risentono della carenza di fondi, tanto da cercare spesso all’estero finanziamenti e cooperazione.

Per fortuna il mondo del Fintech ha cominciato a vedere i primi tentativi di investimento nei settori della ricerca scientifica. Ne sono esempio start up e PMI innovative come Fuidia e Biogenera che hanno raccolto milioni di euro grazie all’equity crowdfunding. Quali sono quindi gli ingredienti per una campagna di successo a sostegno della ricerca scientifica?

1.       Un’offerta chiara e trasparente

Innanzitutto è fondamentale una chiara ed efficace esposizione del progetto e della sua rilevanza: bisogna spiegare in modo chiaro e rifuggendo dai tecnicismi cosa si vuole fare e quali saranno le ricadute positive di quella ricerca per la collettività o anche per un gruppo di persone, come può accadere per esempio se ci si sta occupando di una malattia rara.

2.       Creare opportunità per diversi tipi di investimento

Inoltre, è necessario creare una possibilità articolata di partecipazione che tenga conto dei diversi tipi di investitori che potrebbero essere interessati al progetto – dall’investitore individuale a quelli professionali. Per ciascuno andrebbe immaginato un sistema di ricompensa mirato.

3.       Comunicazione e aggiornamenti in tempo reale

L’aggiornamento costante e multicanale sui risultati prodotti dalla campagna di raccolta di capitali è anche molto importante, che comprenda l’uso dei social ma anche eventi in presenza: l’evoluzione della raccolta e del progetto va accompagnata giorno per giorno. Se possibile, sarebbe anche opportuno organizzare presentazioni e momenti di incontro con il pubblico dei potenziali investitori.

4.       Toccare con mano e conoscere le persone dietro i progetti

Questi momenti in cui è possibile entrare in contatto con le aziende protagoniste delle campagne servono anche per ‘metterci la faccia’. L’appeal e la credibilità dei proponenti possono fare la differenza. Il ricercatore che racconta in prima persona la propria ricerca e che fa trapelare la propria passione, aprendosi a un confronto col pubblico, ha più chance di fare breccia e di trovare l’investitore giusto che crede nel suo lavoro e nel progetto.

5.       Un network di contatti ampio ma selezionato

Infine, di fondamentale importanza sono i contatti che la piattaforma scelta per ospitare la campagna di raccolta di capitali può generare e su cui può contare. A questo proposito, 2meet2biz.com mette a disposizione delle aziende selezionate un network di investitori professionali per la crescita di startup, scaleup e PMI europee e sta attualmente ospitando una campagna di crowdfunding di successo per Biogenera a supporto di cure personalizzate a DNA per malattie finora considerate incurabili.

Per saperne di più - https://www.2meet2biz.com/it/home#anchor_projects



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