Finanza alternativa. Cinque trend da tenere d’occhio

19/10/2022
FINANZA E INVESTIMENTI

La finanza alternativa sta acquistando sempre più importanza all’interno del panorama creditizio italiano, specie per quanto riguarda il finanziamento alle PMI, che spesso sono sottoservite dal canale bancario tradizionale. Una crescita che va di pari passo con quella del fintech, fenomeno letteralmente esploso durante gli ultimi anni, quando le imprese, complice forse la pandemia, hanno iniziato a sperimentare il servizio offerto dagli operatori fintech e ne hanno compreso il valore aggiunto, fatto di professionalità, specializzazione e velocità.

Di fatto, la finanza alternativa o finanza non bancaria arriva oggi alle imprese tramite le piattaforme fintech, che vanno a coprire lo spazio di mercato che si è creato a causa del processo di consolidamento bancario e di una regolamentazione più stringente, con Basilea III.

I principali strumenti di finanza alternativa sono minibond, equity crowdfunding, invoice trading, direct lending, ICOs  e Cryptoasset, private equity e venture capital. Di seguito facciamo luce su alcuni trend dominanti per quanto riguarda l’accesso al capitale da parte delle PMI nazionali.

L’industria dei minibond continua a crescere stabilmente fin dal 2013.

I minibond sono un strumento di finanziamento per le aziende non quotate in Borsa, facili da emettere, meno complicate e meno costose. La normativa di riferimento è il Decreto Legge 22 giugno 2012 n.83 (“Decreto Sviluppo”) e le successive integrazioni e modifiche apportate dal D.L. 18 ottobre 2012 n.179 (“Decreto Sviluppo Bis”), dal D.L. 23 dicembre 2013 n. 145 (piano “Destinazione Italia”) e nel più recente D.L. 24 giugno 2014 n. 91 (“Decreto Competitività”).

Con una raccolta di 1 miliardo e 67 milioni di euro da 219 emissioni nel 2021, in netta ripresa rispetto ai poco più di 900 milioni da 191 emissioni del 2020, l’industria dei minibond è ritornata ai livelli pre-Covid conquistando nuove emittenti e rafforzando le posizioni. Cresce dunque senza sosta il numero di intermediari e investitori interessati a questi strumenti alternativi, con un focus interessante sulle emissioni green.

Sempre più PMI scelgono l’equity crowdfunding rispetto alle banche.

Al 30 giugno 2022 risultavano autorizzati da Consob 51 portali per la raccolta di capitali online, esattamente come l’anno nel 2021.

Le aziende italiane che si sono affidate all’equity crowdfunding sono 742; le nuove campagne di raccolta di capitale di rischio sono state nello stesso periodo 219, organizzate da 215 imprese diverse (vi sono casi di round ulteriori organizzati dalle stesse aziende). Il tasso di successo continua a mantenersi elevato: nei primi 6 mesi del 2022 è all’88,9%; la media generale dell’intero campione dal 2014 è pari a 79,3%.

Fra le emittenti, le PMI guadagnano lentamente spazio, ma il mercato è ancora dominato dalle startup innovative - 56% dei casi nell’ultimo anno, a cui però si aggiunge il 16% delle PMI innovative.

Ancore pochi dati arrivano dal direct lending, che comunque è in crescita.

Il direct lending rappresenta un utile mezzo per sopperire alla carenza di offerta di credito dai canali di finanza tradizionali, per ottenere liquidità in tempi brevi, a costi fissi e con modalità flessibili e personalizzate. Il direct lending in Italia rappresenta un segmento dove è ancora abbastanza difficile raccogliere informazioni esaustive. Nuovi fondi continuano comunque ad arrivare sul mercato e tra private debt e direct lending sono stati investiti in Italia nel 2021 2,214 miliardi di euro, quasi il doppio del 2020 (1,153 miliardi). Il tutto in 275 sottoscrizioni (+28% rispetto alle 215 del 2020), distribuite su 142 società (127 nel 2020, con un aumento del 12%).

ICO e NFT sono di grande attualità ma ancora si vedono poche applicazioni industriali.

Initial Coin Offering (ICO) è uno dei metodi per raccogliere capitali da parte di aziende che stanno appena entrando nel mercato e cercano investitori. L’Initial Coin Offering (ICO) permette l’acquisto da parte di  potenziali investitori di criptovalute o token scambiabili con beni o servizi forniti dall’emittente.

Gli Nft (acronimo di non-fungible token) sono dei certificati che attestano l'autenticità, l'unicità e la proprietà di un oggetto digitale (come per esempio un'immagine, un video, una canzone o anche un tweet).

Nonostante la molteplici potenzialità di questi strumenti, la PMI italiane fanno fatica a trovare ambiti reali di applicazione, all’infuori di settori specifici come ad esempio l’arte.

Le piattaforme di invoice trading italiane hanno mobilitato per le PMI 1,24 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi.

L’invoice trading, ossia la cessione attraverso una piattaforma online di fatture commerciali in cambio di un anticipo di denaro, sono uno strumento che le PMI vedono con grande interesse.

Nel 2021, le piattaforme di invoice trading hanno mobilitato 1,24 miliardi di euro in totale, un aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente. Non solo, il settore sta crescendo molto anche grazie a nuove risorse provenienti da fondi specializzati nell’investimento in crediti commerciali.

In chiusura, questi trend disegnano un quadro in cui gli strumenti di finanza alternativa giocano quasi alla pari con gli strumenti finanziari tradizionali per le PMI italiane. I numeri citati dimostrano, inoltre, come l’accesso dei capitali rimanga una delle risorse cruciali per sostenere e rafforzare l’economia del nostro Paese.

 

Fonti:

https://www.osservatoriefi.it/efi/wp-content/uploads/2022/07/reportcrowd2022.pdf

https://www.repubblica.it/economia/rapporti/energitalia/storie/2022/03/14/news/mercato_dei_minibond_nel_2021_supera_quota_1_miliardo_di_euro-341401397/



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