Finanza alternativa ed innovazione. La crescita dei Business Angels in Italia

16/11/2022
FINANZA E INVESTIMENTI

In Italia, il fenomeno dei Business Angel è in larga crescita grazie agli ampi margini di guadagno e alla possibilità di accedere ad incentivi fiscali che questa forma di investimento alternativa offre.

I Business Angels sono investitori informali che si differenziano da quelli formali, banche e istituti di credito, che generalmente investono in fondi di venture capital e private equity. Si tratta spesso di professionisti e “wealthy individuals” che hanno esperienza nel settore in cui vogliono investire e quindi possono offrire all’azienda a caccia di capitale sia delle conoscenze specifiche per sviluppare concretamente la propria idea sia i capitali da investire. L’investimento generalmente va dai 25.000 ai 500.000 euro.

Secondo un sondaggio dell’IBAN, l’Associazione italiana dei Business Angels, nel 2021 questa categoria di investitori ha partecipato – in autonomia, in syndication con i fondi di Venture Capital e attraverso campagne di equity crowdfunding – ad operazioni di investimento in startup italiane o con founder italiani per un totale di 935,8 milioni di euro, importo più che raddoppiato rispetto ai 402,5 milioni del 2020.

Si conferma prevalente per i Business Angels italiani l'investimento in syndication con i fondi di Venture Capital. Questa categoria, infatti, rappresenta il 72% delle operazioni monitorate dalla Survey IBAN. L’incremento degli importi raccolti è quasi triplicato, arrivando nel 2021 a quota 812 milioni di euro rispetto ai 325 milioni di euro del 2020. Le operazioni sono state 116, rispetto alle 108 del 2020. In costante crescita negli ultimi tre anni anche l’investimento dei Business Angels in operazioni di equity corwdfunding, che nel 2021 arriva a 32,5 milioni di euro per 124 operazioni.

Come non è difficile immaginare, gli “angel investors” italiani per la maggior parte sono uomini imprenditori (48%) e liberi professionisti (24%). Il peso delle donne Business Angels, dopo aver fatto un balzo dal 2015 al 2016, passando dal 5% al 23%, ha subito un calo costante, attestandosi nell’ultimo anno al 14%. Un terzo delle donne Business Angel ha fatto almeno un investimento in aziende fondate da altre donne.

Il settore più attrattivo per gli investimenti è quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che nel 2021 è riuscito a ottenere il 30% delle risorse messe a disposizione dai Business Angels. Al secondo posto di questa classifica, staccato di ben 12 punti percentuali dalla vetta, c’è il comparto legato ai beni di consumi. A completare il podio, infine, troviamo un terzo gradino affollato, che vede a pari merito al 7% i settori alimentare, farmaceutico e biotech, healthcare e altri servizi.

Per la prima volta il sondaggio IBAN ha indagato anche l'importanza degli aspetti ESG (Environmental, Social and Governance) e dell'impact investing, facendo emergere che il 65% degli investitori applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento.

Paolo Anselmo, presidente di IBAN, ha così commentato i risultati della ricerca: “Continua a crescere il ruolo dei Business Angels nel venture capital in Italia. Più di una operazione su due e più della metà del miliardo circa raccolto nelle operazioni di investimento in startup italiane nell’ultimo anno coinvolge Business Angels. Gli investitori individuali italiani si confermano più attivi di quelli di altri paesi europei, come la Francia: nel 2021 infatti i Business Angels francesi hanno investito in autonomia circa 70 milioni di euro, mentre in Italia questa cifra è stata di oltre 91 milioni di euro. Ben 21 milioni di euro in più investiti dai Business Angels italiani senza il supporto dei fondi, in un mercato, come quello francese del venture capital, che è circa sei volte superiore a quello italiano per cifre investite nelle startup”.

 

 Per maggiorni informazioni, la ricerca completa é disponibile qui:

 

https://www.iban.it/2022/05/27/survey-iban-2021-2/



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